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      Naturalmente il “piccolo numero”, la minoranza, deve essere sufficiente, e ci giudica male chi pensa che noi vorremmo fare un’insurrezione al giorno senza tener conto delle forze in contrasto e delle circostanze favorevoli o meno.
      Noi abbiamo potuto fare, abbiamo fatto realmente, in tempi oramai remoti dei minuscoli moti insurrezionali che non avevano alcuna probabilità di successo. Ma allora eravamo davvero in quattro gatti, volevamo obbligare il pubblico a discuterci ed i nostri tentativi erano semplicemente dei mezzi di propaganda.
      Ora non si tratta più d’insorgere per far propaganda: ora possiamo vincere, quindi vogliamo vincere, e non facciamo tentativi se non quando ci pare di poter vincere. Naturalmente possiamo ingannarci e, per ragione di temperamento, possiamo credere il frutto maturo quando ancora è acerbo; ma confessiamo la nostra preferenza per coloro che vogliono fare troppo presto contro quegli che vogliono sempre aspettare, che lasciano di proposito passare le migliori occasioni, e per paura di cogliere un frutto acerbo lasciano tutto marcire.
      Insomma noi siamo perfettamente d’accordo con "La Giustizia" quando insiste sulla necessità di fare molta propaganda e di sviluppare il più possibile le organizzazioni proletarie di lotta; ma ci stacchiamo recisamente da essa quando pretende che per agire bisogna aspettare di avere attirato a noi la maggioranza di quella massa inerte che non sarà convertita se non dai fatti, che non accetterà la rivoluzione se non dopo che la rivoluzione sarà iniziata.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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