d. Movimenti stroncati47
L’occupazione delle fabbriche – I metallurgici cominciarono il movimento per questioni di tariffe. Si trattava di uno sciopero di nuovo genere. Invece di abbandonare le fabbriche, restarvi dentro senza lavorare, e farvi guardia notte e giorno perchè i padroni non potessero far la serrata.
Ma era il 1920. Tutta l’Italia proletaria fremeva di febbre rivoluzionaria, e presto la cosa cambiò di carattere. Gli operai pensarono che era il momento di impossessarsi definitivamente dei mezzi di produzione. Si armarono per la difesa, trasformarono molte fabbriche in vere fortezze ed incominciarono ad organizzare la produzione per loro conto. I padroni cacciati o dichiarati in stato d’arresto… Era il diritto di proprietà abolito di fatto, la legge violata in tutto ciò che serve a difendere lo sfruttamento capitalistico; era un nuovo regime, un nuovo modo di vita sociale che s’inaugurava. Ed il governo lasciava fare, perchè si sentiva impotente ad opporsi; lo ha confessato più tardi scusandosi in parlamento della mancata repressione.
Il movimento si allargava e tendeva ad abbracciare altre categorie; qua e là i contadini occupavano le terre. Era la rivoluzione che incominciava e si sviluppava in un modo, direi quasi, ideale.
I riformisti naturalmente vedevano la cosa di mal occhio, e cercavano di farla abortire. Lo stesso Avanti! non sapendo a che santi votarsi, tentò di far passare noi per pacifisti, perchè in Umanità Nova avevamo detto che se il movimento si estendeva a tutte le categorie, se operai e contadini avessero seguito l’esempio dei metallurgici, cacciando i padroni e prendendo possesso dei mezzi di produzione, la rivoluzione si sarebbe fatta senza spandere una goccia di sangue.
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