Una parte notevole del proletariato è già arrivata ad uscire dallo stato di miseria assoluta, abbrutente, o non ha mai potuto esservi ridotta; nessun lavoratore, o quasi nessuno si trova nello stato di incoscienza completa, di completa acquiescenza alle condizioni che gli fanno i padroni. E le stesse istituzioni, quali sono state prodotte dalla storia, contengono delle contraddizioni organiche che sono come dei germi di morte, i quali sviluppandosi producono la dissoluzione dell’istituzione e la necessità della trasformazione.
Da ciò la possibilità del progresso; ma non la possibilità di portare, per mezzo della propaganda, tutti gli uomini al livello necessario perchè vogliano e facciano l’anarchia, senza un’anteriore graduale trasformazione dell’ambiente.
Il progresso deve camminare contemporaneamente, parallelamente negli individui e nell’ambiente; dobbiamo profittare di tutti i mezzi, di tutte le possibilità, di tutte le occasioni che ci lascia l’ambiente attuale, per agire sugli uomini e sviluppare la loro coscienza ed i loro desideri; dobbiamo utilizzare tutti i progressi avvenuti nella coscienza degli uomini per indurli a reclamare ed imporre quelle maggiori trasformazioni sociali che sono possibili e che meglio servono ad aprire la via a progressi ulterioriNoi non dobbiamo aspettare di poter fare l’anarchia ed intanto limitarci alla semplice propaganda. Se facessimo così, presto avremmo esaurito il campo; avremmo convertiti cioè, tutti quelli che nell’ambiente sono suscettibili di comprendere ed accettare le nostre idee e la nostra ulteriore propaganda resterebbe sterile; o se delle trasformazioni d’ambiente elevassero nuovi strati popolari alla possibilità di ricevere idee nuove, ciò avverrebbe senza l’opera nostra, forse contro l’opera nostra e quindi con pregiudizio delle nostre idee.
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