E questo è provato dalla storia di tutte le organizzazioni e tentativi di organizzazioni che gli anarchici han fatto in tutto il mondo da quando esiste un movimento anarchico…
d. Lo spontaneismo e l'organizzazione52
I compagni del periodico anarchico L'Adunata dei Refrattari, di Newark, negli Stati Uniti, hanno nel dicembre passato ripubblicato in volume la serie di brillanti articoli con cui Luigi Galleani rispondeva, circa 20 anni or sono, a F.S. Merlino, il quale aveva affermato, in un’intervista con Cesare Sobrero, che l’anarchismo era morto, o moribondo. Ed hanno fatto opera buona, poichè sarebbe stato un peccato davvero che quel lavoro fosse andato dimenticato e perduto.
In sostanza è una esposizione chiara, serena, eloquente del comunismo anarchico, secondo la concezione kropotkiniana: concezione, che io personalmente trovo troppo ottimista, troppo facilona, troppo fidente nelle armonie naturali, ma che non resta meno per questo il contributo più grande che sia stato dato finora alla propagazione dell’anarchismo.
Non starò ad esporre le tesi sostenute dal Galleani, perchè sono in generale le stesse idee che noi tutti abbiamo sempre professate e propagate ed anche perchè si tratta di un lavoro tanto sostanzioso e conciso che mal si presta ai riassunti ed agli estratti, ed è così bene scritto che a toccarlo si rischia di sciuparlo.
Noterò soltanto un punto di dissenso apparente ed uno di dissenso reale.
Il dissenso apparente sta nella questione dell’organizzazione – non dell’organizzazione operaia intorno alla quale io sono, come sanno i lettori di questa rivista, quasi completamente d’accordo col Galleani – ma dell’organizzazione propria degli anarchici come partito, come insieme di uomini che vogliono la stessa cosa e che hanno interesse ad unire e coordinare i loro sforzi.
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