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      In questo momento, come in tutti i periodi di depressione e di stasi, siamo afflitti da una recrudescenza di bizantinismo; e v’è chi si diverte a discutere se siamo un partito o un movimento, se bisogna unirsi in unioni o federazioni e mille altre simili sciocchezze; forse sentiremo dire un’altra volta che “i gruppi non debbono avere nè segretario nè cassiere, ma debbono incaricare un compagno di custodire il denaro”. I bizantini son capaci di tutto; ma gli uomini fattivi lascino cuocere nel loro brodo quelli in buona fede e soprattutto quelli in cattiva fede, e pensino a fare.
      Ciascuno faccia quello che gli pare, con chi gli pare, ma faccia.
      Nessun uomo di buona fede e di buon senso negherà che per agire con efficacia bisogna intendersi, unirsi, organizzarsi.
      Oggi la reazione tende a soffocare ogni movimento pubblico, e naturalmente il movimento tende a “nascondersi sotto terra”, come dicevano i russi.
      Ritorniamo alla necessità dell’organizzazione segreta, e sia.
      Ma l’organizzazione segreta non può esser tutto e non può comprendere tutti.
      Noi abbiamo bisogno di mantenere e di accrescere il nostro contatto colle masse, abbiamo bisogno di cercare nuovi proseliti facendo la più ampia propaganda possibile, abbiamo bisogno di serbare nel movimento tutti quegli elementi che non sono adatti per un’organizzazione segreta e quelli che per essere troppo conosciuti rischierebbero di comprometterla. Non bisogna dimenticare che i membri più utili per un’organizzazione segreta sono quelli di cui gli avversari non sanno le idee, e che possono lavorare senza essere sospettati.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338