Ma ciò non impedisce che noi, non potendo fare la rivoluzione da soli, dobbiamo spiare tutte le occasioni che potrebbero, magari contro la volontà dei capi, determinare un movimento insurrezionale.
E d’altra parte, se anche vedessimo la possibilità di fare da soli una insurrezione vittoriosa, non dovremmo noi – poichè il nostro scopo non è fare un colpo di mano per impossessarci del potere, ma è quello di suscitare tutte le energie popolari ad iniziare l’era della libera evoluzione – non dovremmo noi far appello a tutti i partiti sovversivi, a tutte le organizzazioni proletarie per cercare di trascinare nel movimento tutta la massa che sta divisa tra i vari partiti e le varie organizzazioni?
Noi non vogliamo “aspettare che le masse diventino anarchiche per fare la rivoluzione”, tanto più che siamo convinti che esse non lo diventeranno mai se prima non si abbattino violentemente le istituzioni che le tengono in schiavitù. E siccome noi abbiamo bisogno del concorso delle masse, sia per costituire una forza materiale sufficiente, sia per raggiungere il nostro scopo specifico di combattimento radicale dell’organismo sociale per opera diretta delle masse, noi dobbiamo accostarci ad esse, prenderle come sono, e come parti di esse spingerle il più avanti che sia possibile. Questo, s’intende, se vogliamo davvero lavorare per l’attuazione pratica dei nostri ideali e non già contentarci di predicare al deserto per la semplice soddisfazione del nostro orgoglio intellettuale.
d. Mussolini al potere61
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