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      Uomini di fede e d’alta moralità, sacerdoti di un’idea, inceppati dai più nobili scrupoli, essi avrebbero potuto, se i tempi fossero stati propizi, fondare forse una religione ed una chiesa, ma certamente non avrebbero potuto dominare uno Stato e resistere all’assalto degl’interessi contrari. Di ben altra stoffa e ben meno pura, sono fatti i dittatori!
      Esempi contemporanei ci dispensano dal fare una critica estesa del sistema dittatoriale. Esso, senza parlare delle difficoltà pratiche che lo rendono impotente a risolvere i problemi sociali, è la negazione della libertà e dell’iniziativa, e quindi non può dare quell’educazione che si acquista solo coll’esercizio della libertà. Perciò noi siamo decisamente avversi – ed in questo crediamo avere consenzienti i repubblicani – ad ogni dittatura, sia che si presenti apertamente come dominio di uno o pochi individui, sia che si nasconda dietro la maschera di un partito o di una classe.
      Resta l’anarchia.
      Ma se l’anarchia non può farsi subito perchè la grande massa non la comprende e non la vuole?
      Certo l’anarchia qual regime generale applicato in tutti i luoghi ed a tutte le funzioni della vita sociale non può farsi domani; ma può sempre farsi, quando vi sia libertà sufficiente, in quei luoghi ed in quelle categorie dove si trovano anarchici forti abbastanza per applicare le loro idee.
      Dunque, non governo di uno, di pochi o di molti, non governo della maggioranza, ma libertà per tutti di fare quello che sono capaci di fare, senza ledere l’eguale libertà degli altri.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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