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      Tutti i miei movimenti sono sorvegliati; i poliziotti non mi lasciano un momento; la corrispondenza è censurata; se ricevo una visita, se qualcuno, per la strada, mi rivolge la parola o mi saluta, se vado a trovare un amico, inchieste e rapporti seguono immediatamente compromettendo spesso le persone con le quali sono in relazione.
      È una situazione intollerabile e ne soffro assai.
      Può darsi che, essendo in Francia, io abbia l’opportunità, insieme con te e coi nostri compagni, tra i rifugiati e proscritti italiani, numerosissimi a Parigi, di fare un lavoro più utile. Come tu dici, potrei spendervi, ai fini della nostra propaganda, il bisogno d’attività che mi tormenta.
      Ciò nonostante, non voglio allontanarmi da Roma. Mussolini non è immortale; il regime abominevole che la dittatura fascista impone all’Italia non può più durare a lungo; un giorno verrà e presto, forse, in cui questo regime odioso crollerà. Ebbene, io voglio essere qui. Quasi tutti gli amici nostri sono carcerati o proscritti Quando avverrà il crollo del fascismo, rientreranno in massa e con tanto più ardore alla lotta, quanto più a lungo ne saranno stati, loro malgrado, lontani; ma non conosceranno abbastanza bene la situazione: saranno poco o male informati sul corso degli avvenimenti, sulla mentalità delle masse popolari, sui centri di agitazione antifascista e sulle possibilità di azione rivoluzionaria, ed avranno necessariamente di quelle esitazioni, di quelle mancanze d’audacia, di quegli eccessi di temerità, di quegli errori tattici che possono riuscire fatali ai movimenti rivoluzionari.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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