Pagina (280/338)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La rivoluzione serve, è necessaria, per abbattere la violenza dei governi e dei privilegiati; ma la costituzione di una società di liberi non può essere che l’effetto della libera evoluzione. Ed alla libertà dell’evoluzione, continuamente minacciata fino a che esisterà negli uomini sete di dominio e di privilegi, gli anarchici debbono vegliare.
      c. Gradualismo e realismo68
      ... A parte l’odiosità della parola, che è stata abusata e discreditata dai politicanti, l’anarchismo è stato sempre e non potrà mai essere altro che riformista. Noi preferiamo dire riformatore per evitare ogni possibile confusione con coloro che sono ufficialmente classificati come “riformisti” e vogliono con piccoli e spesso illusori miglioramenti rendere più sopportabile e quindi consolidare il regime attuale, oppure s’illudono in buona fede di potere eliminare i lamentati mali sociali riconoscendo e rispettando, in pratica se non in teoria, le fondamentali istituzioni politiche ed economiche che di quei mali sono la causa ed il sostegno. Ma insomma è sempre di riforme che si tratta, e la differenza essenziale sta nel genere di riforma che si vuole e nel modo come si crede di poter raggiungere la nuova forma cui si aspira.
      Rivoluzione significa, nel senso storico della parola, riforma radicale delle istituzioni, conquistata rapidamente per mezzo della insurrezione violenta del popolo contro il potere ed i privilegi costituiti; e noi siamo rivoluzionari ed insurrezionisti perchè vogliamo non già migliorare le istituzioni attuali ma distruggerle completamente, abolendo ogni dominio dell’uomo sull’uomo ed ogni parassitismo sul lavoro umano; perchè vogliamo far questo il più presto possibile e perchè siamo convinti che le istituzioni nate dalla violenza, si sostengono colla violenza e non cederanno che ad una violenza sufficiente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





Gradualismo