Pagina (291/338)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Voglio solo far notare, che, come avviene spessissimo, quelli che più si vantano di essere pratici e di non perdersi nei sogni, sono poi quelli che più sognano cose impossibili.
      Infatti, è chiaro che per impossessarsi del governo e non esporci ad un fiasco sicuro che ci discrediterebbe e c’impedirebbe per molto tempo ogni azione utile, bisognerebbe disporre di una forza numerica e di una capacità tecnica sufficienti. Noi probabilmente non avremo al principio della prossima rivoluzione, quella forza e quella capacità, ma, supposto che l’avessimo, che bisogno ci sarebbe allora di farsi governo e mettersi sopra una via che necessariamente ci condurrebbe verso una mèta opposta a quella che vogliamo raggiungere? Essendo così forti, noi potremmo facilmente mettere la gente sulla buona via per mezzo della propaganda e dell’esempio, e sviluppare e difendere la rivoluzione con metodo perfettamente anarchico, cioè col concorso volontario ed entusiasta della massa interessata al suo trionfo.
      Questo per quelli che intendessero impossessarsi del governo come anarchici per fare l’anarchia, o almeno indirizzare la rivoluzione verso l’anarchia. Che se si volesse andare al governo insieme coi partiti autoritari, i quali mirerebbero innanzi tutto a soffocare l’iniziativa popolare e ad assicurare lo sviluppo e la permanenza delle istituzioni governative, allora sarebbe il caso di defezione pura e semplice, e conservare il nome d’anarchici sarebbe una menzogna e un inganno. Col risultato che, dopo di aver messo le nostre forze al servizio dei nuovi dominatori ed averli aiutati a consolidarsi al governo, non appena non si avrebbe più bisogno di noi, saremmo ignominiosamente scacciati e resteremmo impotenti e disonorati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338