Invece, pur minoranza come siamo, restando in mezzo alle masse per spingerle ad abbattere l’autorità politica ed il privilegio economico e ad organizzare da loro stesse la nuova vita sociale e dandone noi stessi l’esempio, in grande o in piccolo secondo le forze che potremo raccogliere nelle varie località e nelle varie corporazioni operaie, senza prendere responsabilità che non possiamo assolvere, noi potremo dare alla rivoluzione un carattere profondamente rinnovatore e preparare la via per il trionfo dell’anarchia integrale.
Non riusciremo forse ad impedire la costituzione di un nuovo governo, ma potremo impedire ch’esso diventi forte e tirannico ed obbligarlo a rispettare, per noi e per quelli che si unirebbero a noi, la massima libertà possibile ed il diritto all’uso gratuito dei mezzi necessari alla produzione.
In ogni caso, anche vinti, daremo un esempio fecondo di risultati concreti in un prossimo avvenire.
b. L'errore del "tutto e subito"71
Voglio esprimere la mia opinione sulla causa per la quale alcuni compagni, certamente sinceri e pieni di ardore per il trionfo dell’anarchia, sono indotti a rimettere in discussione le basi stesse dell’anarchismo.
Fenomeni simili si producono in tutti i partiti all’indomani di una sconfitta, e non vi sarebbe nulla di strano che lo stesso avvenisse in mezzo a noi. Ma a me pare che, nel caso nostro, questa ricerca affannosa di vie novelle, piuttosto che la conseguenza di nuove e più ardite e più vere concezioni, sia l’effetto della persistenza di vecchie illusioni che quei compagni, malgrado la lunga esperienza, sperano ancora di poter realizzare immediatamente, come lo si sperava agli inizi del movimento.
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