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      Poi si procederà verso l’organizzazione del comunismo volontario o quelle altre forme, probabilmente varie e multiple, di convivenza sociale che i lavoratori, illuminati dall’esperienza, preferiranno.
      Se gli anarchici volessero assumere da soli la funzione di governo (cosa del resto che non avrebbero la forza di fare), o, peggio ancora, volessero unirsi ai partiti autoritari per dettar leggi e regole obbligatorie, non farebbero che tradire se stessi e la rivoluzione. Allora essi, invece di spingere verso l’anarchia colla propaganda e coll’esempio, contribuirebbero, volenti o nolenti, a strappare al popolo quelle conquiste ch’esso avrebbe fatte nel periodo insurrezionale: farebbero insomma quello che han fatto sempre tutti i governi.
      c. Un governo di "anarchici"?72
      ...Dunque Pardaillan è d’accordo con me e con tutti gli anarchici nel “respingere assolutamente” un governo che sia quello che generalmente s’intende per governo e che è stato ed è ogni governo esistito ed esistente, cioè un organo che fa la legge e la impone a tutti mediante la forza materiale.
      Solamente egli ha un debole per la parola governo e per conservarla, pur restando anarchico, vorrebbe cambiarne il significato.
      Egli mi domanda: “Possono gli anarchici, senza cessare di esser tali, concepire un governo che non abbia il significato antilibertario del solito governo?”
      Rispondo: Si. Se io, per esempio, cambio il significato della parola carnefice, posso benissimo concepire un carnefice dall’animo buono e sensibile che non farebbe male una mosca; o se dó alla parola sedia il significato di lampada elettrica posso benissimo concepire una sedia che mi faccia lume.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





Dunque Pardaillan Possono