La stessa reazione imperversante e trepida mantiene il paese in uno stato di equilibrio instabile che lascia aperta la via a tutte le speranze come a tutte le catastrofi. E gli anarchici possono da un momento all’altro esser chiamati a mostrare il loro valore e ad esercitare sugli avvenimenti una pressione che potrà a prima giunta non essere preponderante, ma che sarà tanto più grande quanto maggiore sarà il loro numero e la loro capacità morale e tecnica.
Necessità quindi di approfittare di questo periodo transitorio, che non può essere se non di calma preparazione, per mettere insieme il più possibile di forze morali e materiali e tenersi pronti per tutto quello che potrà avvenire.
Il fatto che non bisogna perder di vista è questo: noi siamo una minoranza relativamente piccola, e resteremo tale fino al giorno in cui un cambiamento nelle circostanze esteriori – condizioni economiche migliorate e libertà aumentata – non metterà le masse in condizioni di potere meglio comprenderci e noi in posizione di potere esplicare praticamente l’opera nostra.
Ora, le condizioni economiche non miglioreranno sensibilmente e stabilmente e la libertà non aumenterà seriamente fino a che vigerà il sistema capitalistico e l’organizzazione statale che sta a difesa del privilegio. Quindi il giorno in cui per cause che sfuggono in gran parte alla nostra volontà ma che esistono e dovranno produrre i loro effetti, l’equilibrio sarà rotto e scoppierà la rivoluzione, noi ci troveremo come ora in esigua minoranza tra le varie forze in conflitto.
| |
|