Distruggiamo i monopoli, d’accordo. Ma i monopoli, quando non siano quelli dei bottoncini da camicia o del rossetto per le labbra di certe signorine, i grossi monopoli (acqua, elettricità, carbone, trasporti di terra e di mare, ecc.) rispondono sempre ad un servizio pubblico necessario; e non si distruggono quei monopoli, o se ne produce il sollecito ritorno, se nell’atto stesso che si mandano via i monopolisti non si continua il servizio e, possibilmente, in modo migliore di quello che avveniva sotto di loro.
Bisogna abolire le galere, questi tetri luoghi di pena e di corruzione dove, mentre i detenuti gemono, i guardiani si fanno il cuore duro e diventano peggiori dei guardati: d’accordo. Ma quando si scopre un satiro che stupra e strazia dei corpicini di povere bimbe bisogna pur provvedere a metterlo in stato di non poter nuocere, se non si vuole ch’egli faccia altre vittime e finisca poi coll’essere linciato dalla folla. Ci penseranno i futuri? No, dobbiamo pensarci noi, perchè questi fatti avvengono oggi Nel futuro, speriamo, i progressi della scienza ed il mutato ambiente sociale avranno rese impossibili quelle mostruosità.
Distruggere i lupanari, questa turpe vergogna umana, vergogna più per chi ne sta fuori che per le disgraziate che vi stanno dentro: certamente. Ma il lupanare si riformerà subito, pubblico o clandestino, sempre che vi saranno donne che non trovano lavoro adatto e vita conveniente. Quindi necessità di un’organizzazione del lavoro in cui vi sia posto per tutti, e un’organizzazione del consumo in modo che tutti possano soddisfare i loro bisogni.
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