Senonchè avverrebbe come è sempre avvenuto in casi simili (ed anche recentemente a Roma ed altrove) che la folla irritata, commossa, non sapendo con chi prendersela, si scagli chi sa su quanti poveri diavoli indicati al suo furore da donne rese isteriche dallo sdegno e dalla paura. E allora la gente calma invocherebbe l’intervento della polizia, di una qualsiasi polizia professionale… che a sua volta molesterebbe molti innocenti e d’abitudine non riuscirebbe a trovare il colpevole.
Che cosa bisognerebbe dunque fare?
Persuadere la gente che la sicurezza pubblica, la difesa della incolumità e della libertà di ciascuno deve essere affidata a tutti; che tutti debbono vigilare, che tutti debbono mettere all’indice il prepotente ed intervenire in difesa del debole, che i compaesani, i vicini, i compagni di lavoro debbono all’occorrenza farsi giudici e, nei casi estremi, come quello in discussione, affidare chi è riconosciuto colpevole alla custodia ed alla cura di un manicomio, aperto sempre al controllo del pubblico. Ed in ogni caso evitare che la difesa contro i delinquenti diventi una professione e serva di pretesto alla costituzione di tribunali permanenti e di corpi armati, che diventerebbero presto strumenti di tirannide.
Ma insomma questa della delinquenza non è che una questione secondaria, per quanto sia la prima che si affaccia alla mente di coloro a cui si parla per la prima volta dell’inutilità e della nocuità del governo. Nessuno pretenderà che qualche satiro o qualche prepotente sanguinano possano arrestare il corso della rivoluzione!
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Roma
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