Per provvedere a questi bisogni improrogabili – lasciamo stare il cinema – vi è tutta un’organizzazione commerciale, che compie male, ma in qualche modo compie la sua funzione. Bisogna evidentemente utilizzarla, togliendole quanto più è possibile del suo carattere sfruttatore ed accaparratore.
È tempo di finirla con quella retorica – poichè non si tratta che di retorica – che voleva compendiare tutto il programma anarchico nel famoso “demoliamo”.
Demoliamo, sì, o cerchiamo di demolire, ogni tirannia, ogni privilegio. Ricordiamoci però, che governo e capitalismo sono solamente delle superstrutture che tendono a restringere i benefizi della civiltà ad un piccolo numero d’individui, e che per abolirli non occorre rinunziare a nessuno dei prodotti dell’ingegno e del lavoro umano. E quindi è ben più quello che bisogna conservare di quello che bisogna distruggere.
In quanto a noi non dobbiamo distruggere se non quello che possiamo sostituire con cosa migliore. Ed intanto lavorare in tutti i rami per migliorarci e migliorare: rifiutandoci s’intende ad accettare ed esercitare qualunque funzione coercitiva.
Ho gettato giù qualche osservazione. Altre ne farò quando capiterà l’occasione.
I compagni le tengano nel conto che credono, e se pare loro che ne valga la pena, ne facciano argomento di discussione.
Ma per carità, non aspettino da noi la formula magica.
Noi non siamo e non vogliamo parere dei padri eterni.
b. La funzione degli anarchici79
Vi è in una sezione del nostro movimento un gran fervore di discussioni sui problemi pratici che la rivoluzione dovrà risolvere.
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