Dobbiamo guardarci però dal diventare noi stessi meno anarchici perchè la massa non è capace d’anarchia. Se la massa vorrà un governo, noi probabilmente non potremo impedire che un nuovo governo si formi, ma non dovremo meno per questo fare il possibile per persuadere la gente che il governo è inutile e dannoso e per impedire che il nuovo governo s’imponga anche a noi ed a quelli che non lo vogliono. Noi dovremo adoperarci perchè la vita sociale, e specialmente la vita economica, continui e migliori senza l’intervento del governo, e perciò dobbiamo essere preparati il più possibile pei problemi pratici della produzione e della distribuzione, ricordandoci d’altronde che i più adatti ad organizzare il lavoro sono quelli che lo fanno, ciascuno nel proprio mestiere.
Noi dovremo cercare di essere parte attiva, e se possibile preponderante, nell’atto insurrezionale. Ma, abbattute le forze repressive che servono a tenere il popolo nella schiavitù, disfatti l’esercito, la polizia, la magistratura, ecc., armata tutta la popolazione perchè possa opporsi ad ogni ritorno offensivo della reazione, indotti i volonterosi a prendere in mano l’organizzazione della cosa pubblica ed a provvedere, con criteri di giustizia distributiva, ai bisogni più urgenti servendosi con parsimonia delle ricchezze esistenti nelle varie località, dovremo adoperarci perchè si eviti ogni sperpero e si rispettino e si utilizzino quelle istituzioni, quei costumi, quelle abitudini, quei sistemi di produzione, di scambi, d’assistenza che compiono, sia pure in modo insufficiente e cattivo, delle funzioni necessarie, cercando bensì di far sparire ogni traccia di privilegio, ma guardandoci dal distruggere ciò che non si può ancora sostituire con qualche cosa che risponda meglio al bene di tutti.
| |
|