Il sistema parlamentare può non convenire alla società futura; frattanto la lotta elettorale ci offre mezzi e opportunità di propaganda e di agitazione. Essa ha anche inconvenienti come tutte le cose di questo mondo. Molto dipende dal modo come si fa.
Che direbbero gli anarchici a chi argomentasse cosi: la violenza è contraria ai nostri principi; dunque non dobbiamo usare la forza neanche per difendere la nostra vita?
Risponderebbero certamente che l'uso della forza ci è imposto dalle condizioni della società in cui viviamo; e così rispondo io ai loro argomenti contro la lotta politica parlamentare.
È vero o non è vero che l'uso dei mezzi legali ci è imposto nei tempi ordinari, come quello della violenza nelle occasioni straordinarie?
Io dico di si.
Non ci illudiamo. Sopra cento persone se ne possono trovare magari dieci capaci di affrontare la morte sul campo di battaglia o in una insurrezione; ma se ne troverà sì e no una disposta ad affrontare le piccole persecuzioni di tutti i giorni, ad andare in carcere, a farsi mandar via dal padrone, a veder la moglie e i figlioli soffrire la fame.
E i pochissimi che resistono a queste persecuzioni, il governo li conta, li sorveglia, li aggredisce e li sbaraglia in un momento.
Un partito veramente rivoluzionario deve stendere le sue propaggini fra il popolo, e questo non può farlo se non con un'azione che non sia esposta a troppi pericoli in tempi ordinari. La lotta elettorale risponde appunto a questa condizione; e non si può negare che, per averla adottata, il partito socialista è riuscito a riunire un gran numero di operai nelle sue file.
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Anarchismo e democrazia
Soluzione anarchica e soluzione democratica del problema della libertà in una società socialista
di Errico Malatesta - Francesco Saverio Merlino
pagine 122 |
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