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      Sarà organizzata a stato? Sarà una semplice federazione di associazioni? Quali saranno le attribuzioni e quale sarà la composizione dell'amministrazione collettiva?
      Qui sta la questione, ma un'amministrazione generale degli interessi collettivi e indivisibili – voi ne avete convenuto altra volta – ci ha da essere. I socialisti democratici hanno il torto, secondo me, di accreditare il sospetto che essi vogliano nè più nè meno che un grande stato – come quando dimostrano la loro gioia per ogni nuovo acquisto od intrapresa che fa lo stato.
      Quando una rete di ferrovie, per es. passa da una società privata allo stato, essi battono le mani; perchè dicono che dallo stato alla collettività socialistica è poi breve il varco. Ora questo può essere, come io ritengo, un errore, ma è tutt'altra cosa dal dire che lo stato debba organizzare esso definitivamente la produzione e attuare il socialismo.
      Siamo sempre lì. Voi vi sforzate (involontariamente sempre) di far apparire i socialisti-democratici il più che potete reazionari, per accrescere la distanza tra essi e voi e poter dire che essi sono agli antipodi da voi, o almeno dovrebbero. Questo partito preso si vede anche più chiaramente nella confutazione che voi fate della seconda parte del mio articolo.
      Io sostenevo – e qui veramente si trattava di conciliare il socialismo democratico e l'anarchico – che insomma la libertà non può mai essere illimitata, e che un'organizzazione degli interessi collettivi ci vuole, e che in quest'organizzazione è insita sempre una certa coazione; che bisogna fare in modo che la coazione sia minima e l'organizzazione sia la più libertaria e decentrata possibile, e che i socialisti-democratici in ciò sono d'accordo con noi; quindi una vera opposizione d'idee tra essi e noi non c'è, ma dobbiamo studiare insieme i modi pratici di conciliare gl'interessi generali e indivisibili della collettività con la libertà dell'individuo.


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Anarchismo e democrazia
Soluzione anarchica e soluzione democratica del problema della libertà in una società socialista
di Errico Malatesta - Francesco Saverio Merlino
pagine 122