Dai domicili coatti giungono tutti i giorni lettere di compagni, che denunziano gli abusi di cui son vittime e sarebbero felicissimi se almeno i loro lamenti avessero una eco nel Parlamento.
Insomma a me pare che, a meno di negare l'evidenza, non si possa negare che il Parlamento, se può essere ed è spesso adoperato dal governo contro il popolo, può anche essere adoperato dal popolo contro il governo.
Combatterlo a priori, coi soliti luoghi comuni – che non serve a nulla, che è corrotto, che fa la volontà del governo – mi pare un errore madornale e una grave imprudenza.
Domandare che sia abolito puramente e semplicemente è addirittura una follia, e significa fare il gioco della reazione.
Il governo si prevale appunto del discredito in cui è caduto il Parlamento, e della propaganda che noi facciamo contro di esso, per imporvisi.
Crispi non avrebbe trattato con tanta disinvoltura il Parlamento se non avesse avuto dietro di sè una parte notevole del popolo, che quasi lo incitava nella dittatura.
La dittatura di Crispi ha fruttato all'Italia Abba Garima e le leggi eccezionali del 1894.
Il Parlamento è, ad ogni modo, per cattivo che sia, un freno al governo. I maggiori arbitrii il governo li commette a Camera chiusa.
Bisognerebbe domandare che il Parlamento non fosse mai chiuso, o che almeno fosse facoltà di un certo numero di deputati di convocarlo direttamente di urgenza, che esso si rinnovasse più spesso, che gli elettori potessero licenziare il deputato fedifrago, che su certe questioni essi fossero chiamati a deliberare direttamente, ecc. ecc.
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Anarchismo e democrazia
Soluzione anarchica e soluzione democratica del problema della libertà in una società socialista
di Errico Malatesta - Francesco Saverio Merlino
pagine 122 |
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