E lo spirito di Dio è disceso su noi — tutto che è grande è uno. Pensando al quarantasei abbiamo compreso questo santo pensiero che da tanto ci vagava quasi istintivo nell'anima, che cioè Dio ci aveva creati fratelli, e che è empio all'uomo separare ciò che Dio congiunse.
Però sul mortaio di Portoria ci si è rivelato tutto il secreto di un'era, la parola che cambierà la faccia dell'Italia e del mondo. Ed ora, che l'amore ci ha santificati cosí da battezzarci Popolo, pregheremo unitamente il Signore perché ci spiri quella «volontà», che dà solo una Fede, e in cui sola è la forza per adempiere alla grande missione, a cui i destini ci chiamano.
«Confidiamo in Dio, e nel Popolo — Viva la Nazionalità italiana!»
AI POPOLI D'ITALIA(1)
«Il popolo della città di Genova, non ultimo per sacrifizii alla patria, a nessuno secondo in amarla, giacché si sente italiano per sangue, per affetti, per commerci, per tradizioni e sul marmo di Portoria, risolutamente giurava di volerla non profanata dallo straniero, libera e unita; se mai tacesse in questi supremi istanti, mentre si mercanteggia e si uccide turpemente la patria, mancherebbe a se stesso, alla vita propria, ai giuramenti fatti, all'Italia. Né il popolo genovese ha mai chinato lo sguardo dinanzi al pericolo, ha mai sofferto che vergognosa taccia offuscasse il suo nome. Oggi quindi si leva in piedi e protesta contro un preteso armistizio, traditore pei nostri fratelli di Lombardia e di Venezia, disonorevole per le nostre sí valorose milizie, finale condanna delle libertà italiche; e senza avvertire che offende vitalmente le leggi dello Statuto, e che quindi riesce nullo per sua natura, protesta in faccia agli uomini e a Dio contro siffatta vergogna, e la rimanda sul volto de' tristi che l'han voluta.
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