È probabile che il denaro speso in tale uso sia meglio impiegato che non quello dell'imprestito forzato.
L'OBOLO PER VENEZIA(5)
I giornali assicurano che il nostro municipio ricevette dal ministero l'autorizzazione pel prestito del milione a Venezia, e troppo importa ciò che riguarda quest'ultima rocca dell'indipendenza italiana perché i cittadini non desiderino con ansia sapere come e quando il municipio userà della libertà che gli è «concessa» — questa volta parliamo un linguaggio ufficiale — per adempiere tal sacro dovere nazionale. Noi speriamo che se ne saprà presto qualche cosa perché il municipio comprenderà che dev'essere d'una molto grave risponsabilità un rifiuto che offende sino il pudore del nostro governo, e gli fa «commettere» un atto italiano.
E quando il municipio avrà lungamente pensato al modo per valersi di questo lungamente atteso permesso noi potremo sperare che i soldati i quali combattono ancora per l'Italia, non morranno di fame per una settimana! Davvero che questo è un molto triste conforto.
Son presso che due mesi da che Venezia va mendicando la vita, e si ebbero alcuni — benché meno assai di ciò che era sperabile — esempii di carità nazionale, fra cui è bello noverare alcuni lombardi esuli nella Svizzera che vollero dividere il pane dell'esilio coi prodi fratelli ipotecando il prestito d'una ingente somma a prò di Venezia, e la sottoscrizione pel franco che accessibile alle classi deserte di fortuna ci par sacra come il denaro del povero; ma questa è cosa di troppo vitale importanza perché la nazione non pensi ad assicurare stabilmente l'esistenza dell'eroica Venezia.
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