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      Che quanti credono nei destini dell'Italia e della Democrazia, ascoltino la nostra parola. Ella è sacra perché è sacra la parola che sgorga dal cuore: fratelli, affilate le vostre spade, caricate i vostri fucili perché siamo alla vigilia della battaglia.
     
      INSURREZIONE E COSTITUENTE(8)
     
      Due sono i problemi che in questi momenti agli Italiani si presentano principali: trovare il modo piú pronto ed efficace di cacciar Radetzky oltre l'Alpi; trovar modo di compiere la rivoluzione interna evitando la guerra civile.
      Queste due questioni sono piú congiunte che a prima vista non appare. Dopo l'insurrezione del marzo fu tentato dall'Associazione Nazionale capitanata da Giuseppe Mazzini di disgiungere totalmente la guerra di indipendenza dalla questione politica, di riunire il partito monarchico e il democratico nel comune grido di guerra all'Austria. Si aveva una armata regolare e un paese insorto; era ugualmente stolto rifiutar l'opera dell'armata regolare, o spegnere l'insurrezione; sollevando la bandiera repubblicana si correa rischio di perdere l'armata regolare; sollevando la bandiera monarchica si spargeva l'insurrezione, e poi decidendo definitivamente delle sorti del paese, si provocava lo sviluppo dei vari partiti, le diffidenze dei governi, e dei popoli Italiani, le gare di capitale. Il tentativo dell'Associazione mancò, il governo di Torino ruppe la neutralità e usando dell'influenza che gli dava un'armata propria in Lombardia, e d'altri mezzi — non tutti nobili — s'impose alla Lombardia.


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Pagine politiche
di Goffredo Mameli
pagine 67

   





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