è il grido di Mazzini. La guerra sta per diventar generale; su vari punti della terra lombarda, generosa terra e tanto vilipesa, è già cominciata. Non è piú la guerra di quei che capitolano, non è la guerra di quei che nella vittoria per l'indipendenza non veggono che l'acquisto di un territorio, di quei che a metà cammino tradiscono, è la guerra santa del popolo, è la guerra che si combatte per l'acquisto della nazionalità e libertà nostre conculcate, è la guerra che sola può rigenerare l'Italia.
Italiani! Chi non si sente fremere il cuore in petto al grido di Mazzini, chi non s'alza risoluto, pronto a porvi la vita, chi non anela all'ora del combattimento, quegli è indegno di libertà, è indegno d'avere una patria. Ah no! Gli italiani non dieno il triste esempio, lo spettacolo allo straniero di venir meno nell'ora suprema del pericolo.
L'opera del tradimento sta per essere distrutta dal coraggio dei prodi lombardi. L'Italia invano ha tentato risorgere con a capo il principio della monarchia. Italia voglia sorgere davvero, il popolo si muova, il popolo otterrà quello che l'armata regolare, l'invincibile armata regolare, non poteva, né capi volevano ottenere.
Ma se è il destino che l'Italia abbia a risorgere per mano del popolo, se la nostra vittoria ha da esser pura come la nostra bandiera, se l'intervento di chi si debbe chiamare estraneo alla causa italiana, benché sia in Italia, non ha luogo, la rigenerazione diventa compiuta, gli eterni ostacoli all'unità cadono infranti.
E per ciò v'è speranza.
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