Tal commissione dovrebbe anche occuparsi di estendere maggiormente l'istituzione della Guardia Nazionale, chiamando a tale servizio tutti i cittadini, mentre ora non ne fa parte che una frazione; nello stesso tempo essa dividerebbe proporzionatamente tra i municipii ed i comuni le spese che a ciò si richieggono massimamente per la compra delle armi, risparmiando cosi l'erario, che sarà chiamato a grandi sforzi per provvedere a porre in istato di guerra l'armata regolare.
L'armata ha bisogno di gran numero di fucili per armare principalmente le nuove reclute; manca di materiale pel trasporto dell'artiglieria, di magazzini di abbigliamento, buffetteria, ecc. e ciò non solo: ma anche di ciò che si ha, non, sempre si potrebbe usare in caso di bisogno, e questo per difetto di organizzazione. L'esercito va messo sul piede di guerra ordinandolo in brigate e in divisioni, convien creare un generale in capo, ed un generale ispettore che percorra le brigate e le divisioni per purgare l'armata dai cattivi e dagli inetti. E nella necessità che abbiamo osservata di un generale, l'anima nostra ricorre naturalmente al nome del difensore dello Stelvio, il Generale D'Apice. Egli è tra quei pochissimi che hanno rifiutato di comprare il grado di Generale in Piemonte, capitolando, che hanno amato meglio la povera bandiera della libertà, che la ricca viltà d'un Re.
Noi non abbiamo inteso che accennare sommariamente questo grande argomento; di ciò dovrebbe principalmente occuparsi l'attività dei circoli e della stampa.
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Guardia Nazionale Stelvio Generale D'Apice Generale Piemonte
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