O schiavi col governo de' preti; o liberi senza. La scelta non è dubbia. Perciò non dobbiamo temere, e riflettere con la prudenza de' forti? Non siamo cinti di nemici? Tutti quanti i principati d'Europa non ci possono essere che nemici, lo debbono essere, e lo sono. Siam saliti, saliti; ma in ragione del nostro salire, se mai si cadesse, aumenta la terribilità della italica rovina. Quindi grideremo sempre per soddisfacimento alla nostra coscienza, per compiere ad un obbligo santo. Italiani, non fate a similitudine del viandante in mezzo alle nevi; se posa solo brev'ora e s'addorme, egli muore.
Il sacro motto della nostra rivoluzione è la Costituente Italiana. O fratelli di Torino e di Genova, se odiate gli Austriaci, se avete pietà de' Lombardi, se amate l'Italia e voi stessi, raccoglietelo. Nemico nostro è il governo di Napoli, ma piú tremendo nemico, perché vestito di sembianze amichevoli, è quel di Torino. Voi sperate sedere co' Romani e Toscani nella grande Assemblea. Disingannatevi. Quel governo vuol prescegliere d'intraprender la guerra contro gli Austriaci e di perderla. Ei non vuole Costituente Italiana; questo è sí vero che offre al Pontefice un intervento armato nelle provincie romane, perché sommarono le angoscie di secoli, e dissero: — Basta! —; questo è sí vero che le diplomatiche relazioni col governo romane, son rotte, che la Legazione piemontese oggi lascia Roma. Vanno a Gaeta, tutti vanno a Gaeta; ivi le insidie si tramano; ivi si studia come atterrir le coscienze ed accendere guerre civili, ivi si abusa in nome di Dio; ivi le tigri si vestono del mantello di Cristo, e giurano forse in questo momento una santa alleanza di despoti contro un popolo che dimanda solo giustizia.
| |
Europa Costituente Italiana Torino Genova Austriaci Lombardi Italia Napoli Torino Romani Toscani Assemblea Austriaci Costituente Italiana Pontefice Legazione Roma Gaeta Gaeta Dio Cristo
|