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      I liberi pensatori a lor posta portano le fiaccole accese della filosofia civile per minare colla ragione il trono di Pietroburgo. Opera č questa umanitaria e santa; ma oggi conviene di armarci tutti. Per noi italiani č suprema necessitą che lo spirito di guerra ogni petto invada.
      Si corra in massa, e subito, alla nazionale vendetta. «Lą», gridano i martiri che caddero in Lombardia pugnando da eroi, e guidati al macello dal tradimento infame. «Lą», gridano i massacrati dai carnefici che sono ancora lordi di sangue di quei nostri fratelli; «lą» gridano le pollute ed espilate chiese, le concussioni, le dissipate sostanze di cittadini onesti ed innocenti. E meglio ancora infiammi gli sdegni la insolenza oltracotante: il sacro territorio della Repubblica Romana fu violato; lo straniero ha insultato Ferrara, e taglie impose ed ostaggi, e le abolite e detestate insegne del caduto Papato volle restaurare.
      Il croato insozza la vergine, la casta vedova, la consorte pudica, e insulta sino la religione dei sepolcri dei padri nostri. Italiani! Nei vostri cuori soffia l'alito di Dio, del Dio degli eserciti.
      Chi non ha fucili, impugni spada o stocco; chi non ha altra arma, dia mano all'accetta, alla scure. Quando il furore č grande, le mani, il morso, lo stesso petto son armi irresistibili.
      Il greco Cinegero, dopo tronche le mani, afferrava coi denti la nave nemica.
      Sorgiamo tutti come un solo uomo e corriamo alle pianure di Lombardia: i Sacerdoti col Cristo nelle mani sieno i primi a dare il religioso esempio di morire per salvare la Patria.


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Pagine politiche
di Goffredo Mameli
pagine 67

   





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