Lo trattengono ancora per poco gli esempi e gli abiti di forme anteriori: sente della scuola del Monti, dov'è più ricca di suoni e men di pensieri; attesta qua e là (e come Genovese non poteva fare altrimenti) il fresco ricordo del fraseggiare agghindato di Felice Romani. Ne è traccia palese nell'inno Alla Poesia, scritto a quindici anni, dove "l'urna che rinserra", l'"estrema sorte", la "man di morte", ed altrettali, tradiscono l'impressione ancor calda dei drammi lirici d'allora, e la strofa, tessuta ancora di pochi versi, girati a periodo di misurate cadenze, arieggia la romanza e la cavatina dell' arte Belliniana.
II
Ma in quel benedetto '42 che segna la vocazione poetica del nostro adolescente, egli non è piú alunno di rettorica. Di questa, allora, si faceva soltanto un anno; e Goffredo fin dal novembre del '41 era entrato all'Università, dove si facevano i due anni di filosofia. Da questa passò egli al corso di legge; e di legge, come di filosofia, studiò con diligenza, se non pari a quella con cui spigolava tra poeti e profeti, certo notevole ancora, come apparisce dagli appunti suoi di diritto civile, romano e canonico, mentre degli studi filosofici, segnatamente riguardo alla logica, fanno testimonianza le salde argomentazioni e la stringente dialettica dei discorsi che indi a tre anni faceva in adunanze letterarie e politiche. Il corso di legge avrebbe potuto finire nel '47, a vent' anni, se nel frattempo non avesse dovuto incorrer la pena disciplinare di un anno d'espulsione dall'Ateneo, per un alterco "con vie di fatto" diceva la sentenza, e nel recinto sacro agli studî. "Horresco referens" avrà dovuto esclamare il giovine Mameli, dando notizia in famiglia di quel colpo terribile.
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