Cosí andarono alla Guerra Santa i primi crociati di Genova, e varcarono il Ticino nove giorni prima dell'esercito regio. Altri partirono poi, in maggior numero, alla spicciolata o in drappelli, da Genova e da altre terre di Liguria, quando si ebbe notizia delle gloriose Giornate Milanesi. Ed è da far sorridere (ma sia notato come indizio di saggi consigli), che taluni partirono coi loro bravi passaporti, autenticati e bollati dal console Austriaco; ma troppi di quei savi dalle carte in regola ritornarono a casa, dopo alcuni giorni di baldoria a Milano, ed uno di avamposti a Niguarda.
Al Gravellone, come aveva promesso nel suo laconico discorso, giungeva Goffredo nel pomeriggio del 20, e raggiungeva il Bixio alla Cava, ottimo punto per raccogliersi ed ordinarsi, dove il marchese Vitaliano Crivelli, bel tipo di gentiluomo e di cittadino, aveva già cominciato a concentrare una schiera di volontarii dei vicini paesi. La compagnia Genovese s'intitolò dal Mazzini; acclamato capitano, sebbene reluttante, il Mameli, e luogotenente il Bixio. Il capitano non aveva ancora ventun anno; il luogotenente non ancora ventisette, essendo nato il 2 ottobre del '21. Entrarono a far parte di una colonna, che guidava un general Torres, onorato avanzo delle guerre di Spagna(5), ma non uomo da tener disciplina tra volontarii, e volontarii, come eran quelli, di prima fioritura. La cronaca di quella colonna, delle sue marce e de' suoi scontri, si ha dalle note assai compendiose di un taccuino rosso, che Goffredo aveva regalato al suo Nino, e che questi conservò religiosamente, trascrivendone poscia gli appunti e accompagnandoli con suoi tardi e gustosi commenti nel '65, essendo al comando della divisione d'Alessandria.
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