Già nella notte innanzi al 1.° settembre, carabinieri reali e militi della guardia nazionale arrestavano il chiaro patriota e scrittor Veneto Filippo De-Boni, che in Genova presiedeva da pochi giorni un Circolo Italiano, caldeggiando il disegno di una Assemblea Costituente. L'arresto, e il susseguente sfratto di lui, dichiarati illegali perfino dalla autorità municipale (singolari inframmettenze di tempi turbati), e insieme il fatto della mal consigliata partecipazione della milizia cittadina all'arresto, esasperarono gli animi: seguirono dimostrazioni clamorose di malcontento davanti al palazzo del Balbi Piovera, generale della guardia nazionale, poi davanti al palazzo Tursi ove risiedeva il quartier generale di questa, e donde ruppero fucilate sulla calca, ferendo parecchi cittadini, ed accrescendo il furor popolare. Si ottenne lí per lí, colla intromissione dei piú notabili uomini, che il De-Boni, già avviato al confine Toscano, fosse richiamato; e ritornò infatti nella giornata del 5. Si era tentata anche una pace generale, e buon frutto ne era stato la sera del 3 un banchetto nel teatro Carlo Felice, per assodare, dicevasi, l'unione e la concordia tra Liguri e Piemontesi; nel fatto, tra cittadini e soldati. Vi parteciparono, d'ogni compagnia della guardia nazionale, il capitano, i tenenti e due militi; del presidio militare l'ufficialità tutta quanta, il generale Ettore De Sonnaz, governatore, il marchese Lorenzo Pareto, e il generale Antonini, allora di passaggio nella nostra città. Declamò versi Emanuele Celesia, nella milizia cittadina capitano di bersaglieri; parlarono Ettore De Sonnaz e Lorenzo Pareto, che propose non si deponessero le armi, finché restasse su terra italiana un nemico.
| |
Veneto Filippo De-Boni Genova Circolo Italiano Assemblea Costituente Balbi Piovera Tursi De-Boni Toscano Carlo Felice Liguri Piemontesi Ettore De Sonnaz Lorenzo Pareto Antonini Emanuele Celesia Ettore De Sonnaz Lorenzo Pareto
|