Wo du das Genie erblichst,
Erblichst du auch zugleich die Marterkrone;
dove tu scopri la scintilla del Genio, tu scopri a un tempo la corona del Martire
. E Goffredo aveva in sé la scintilla del genio. I canti qui raccolti lo provano. Getti d'una ispirazione sorta dal popolo e destinati al popolo, facili, ineguali, non meditati, e quasi fiori che cadono dalla testa inghirlandata d'una fanciulla senza ch'essa se ne avveda o ne curi, portano impronta d'una potenza ingenita di poesia che gli anni e il pensiero avrebbero educato e le battaglie della patria fecondato piú sempre di profonde emozioni. Il popolo li ricorderà lungamente; né so chi possa leggerli senza dirsi: "la morte ci ha rapito un poeta".
Ah! non ne rapisca il ricordo ai giovani! Tipo, come Koerner per la Germania, d'una generazione nella quale si congiungeranno, sotto l'impulso d'una grande idea nazionale, pensiero ed azione, intelletto d'amore ed energia di forti fatti, poeta e martire come egli fu, Goffredo Mameli sia per essi memoria sacra, insegnamento e promessa dell'avvenire. Diventi la breve incontaminata sua vita, consunta fra un inno ed una battaglia, simbolo, esempio ed ispirazione ad altre vite ed incoraggiamento alla lotta, finché udendo risorta la Roma del popolo, per la quale ei morí, e i canti del figlio riecheggiati sul Campidoglio, la gentile, or dolente senza conforto, che diede Goffredo all'Italia, possa rivolgersi piú serena alle madri, che piangono i loro cari caduti per la fede italiana, e dir loro "asciugate le vostre lagrime e coprite di fiori le tombe dei vostri diletti; le gioie della morte debbono superare quelle della vita.
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