Cui d'Emma tolse al vergineAffetto avverso fato.
Altri con sogni roseiA te d'amor felice
Pinga le gioie trepide:
A me levar non liceLieta armonia dal core;
Ed il mio canto è lugubre,
È l'inno del dolore.
II.
Di Piero alla voce ispirataTutta Europa raccolsesi armata:
Ha giurato nel nome di Cristo
Di sfidare le barbare spade,
Di atterrar nelle sante contradeL'empia Luna che il Turco v'alzò.
Né a rispondere al grido di guerraFu l'estrema la patria mia terra;
Ma signora dei mari v'accorse,
E dinanzi la Ligure croceL'Infedele, del Nil sulla foce,
Chinò il brando ritorto, e tremò.
III.
Da un verone che guarda sull'ondeEmma figge dell'occhio l'acume
Là 've rotte biancheggian le spumeDalle prore volanti sul mar.
Tutta l'alma le stringe un pensiero;
Un presagio nel cor le ragiona:
Ogni speme, infelice, abbandona;
Nel vedrai, nel vedrai piú tornar
.
IV.
Passâr piú lune, e invan la vergin chieseDel sospirato cavalier novella,
Da cui, sul fiore dell'età novella(26),
Amore apprese.
Lei al verone, per lunga stagione,
Da cui mirò la nave in mar fuggente,
Vide il mattin; lei vide il sol morenteA quel verone.
V.
Tinto ha di morte il pallidoViso; il pié trepidante
Di già vacilla al giovine ferito;
E invano appoggia stancoSovra il brando stillante
Di barbarico sangue l'egro fianco.
E invan cerca coll'ultimoGuardo i suoi piú diletti;
Solo la morte intorno a lui ragiona;
Nell'ucciso inimicoLa vede, e in mille aspetti
Nel compagno che muor, nel morto amico.
Ei sulle labbra livideDal bacio della morte
Ha un nome, un nome che alla vita il lega,
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