Che sul languido viso,
Pur nell'estrema sorte,
D'amor ridesta l'ultimo sorriso.
Ei muor, povero giovine,
Di sua vita nel fiore!
Il cammin della speme e della gloriaLa morte gli precise;
Le rose dell'amoreNel primo olezzo mattutin recise.
Porgi pietoso orecchioAlla dolente istoria,
O cara, e d'una lacrimaConsola la memoria
Del giovine crociato,
Cui d'Emma tolse al vergineAmore avverso fato.
Altri con sogni roseiA te d'amor felice
Pinga le gioie trepide:
A me levar non liceLieta armonia dal core;
Ed il mio canto è lugubre,
È l'inno del dolore.
PARTE SECONDA.
I.
S'innalzi il canticoDella vittoria!
I nostri tornanoCinti di gloria.
A vele gonfie,
Aure secondeLe navi reduci
Portan sull'onde.
Già all'aure patrie,
Presso la Foce,
Gloriosa sventolaLa nostra croce,
Qual già sull'ampioMar d'Orïente
Mirolla orribileL'Odrisia gente.
Recate, o vergini,
Serti di fiori;
Ai cari giovaniRecate allori.
Piú degni tornanoDel vostro amore;
Lo meritaronoCol lor valore.
S'innalzi il canticoDella vittoria
I nostri tornanoCinti di gloria.
II.
Perché Emma al gioir del suo popoloNon partecipe, sola risté?
Tutti i prodi sul lido già sceseroCercò invano il suo caro; non v'è.
Domandonne, e risposero: all'animaDi quel forte sia pace, ei morì!...
III.
Non un sospir mandò dal core affrantoEmma, ché a dolor tanto
Non giova il pianto.
Pesar sul cor sentí un'angoscia ignota;
E, qual di spirto vuota,
Rimase immota.
Consolarla tentàro..... Invan! d'amoreTroppo addentro nel core
Scende il dolore.
È tal dolor. che non v'è cosa, forteDa sciôr le sue ritorte,
Se non la morte;
| |
Emma Foce Orïente Odrisia Emma
|