Hai nel virgineo volto,
Contro di lui non val.
Cedi, o gentil; resistere,
Ahi, tenteresti invano.
A lui nascesti vittima;
Già t'ha nel crin la mano....
Corri tu pur, dimenticaI palpiti celati,
Le giovanili imagini,
L'ansie dei dí passatiNei sogni dell'amor,
La flebile canzoneChe a sera in sul verone
Blandiva il tuo dolor.
L'ultimo passo, o vergine,
Nell'avvenir tu movi:
O scelerata, o martire,
Non hai piú giorni novi.
Come nel mar la sabbiaA te d'innanzi gli anni,
Indifferenti, inutili,
Confonderanno i vanni;
Tu non sarai con lor.
Pur, sí gentil, sí pia,
Altro parlar ti udía;
Altro volgevi in cor.
Ed io, che pura, candidaCome un'Idea t'amai,
Che te nei campi aereiDel genio mio levai,
Veggo la man degli uominiSu te posar sovrana;
Senza un sospiro, all'angelo,
Questa genia profanaL'ale vegg'io sfogliar.
E al fato anch'io son schiavo;
Contro quel volgo ignavoNon posso il braccio alzar.
Io ti trovai qual òasiNella solinga via,
Onde a una meta incognitaIl mio destin m'invia;
Ed un istante, placido,
Scese su me l'oblio;
E smemorato, e improvvido,
Vissi il presente anch'io;
Credetti al bello ancor.
Ma il mio destin mi mena,
Non vuol ch'io prenda lena;
S' io trovo un fiore, ei muor.
Sotto una pianta, misero!
Il peregrin s'assise;
Sotto le frondi tenereLa pace a lui sorrise:
Molto egli amò quell'àrbore....
Ahi, del suo rezzo in gremboCredé trovar ricovero;
Ma l'ha abbattuta il nembo,
E il peregrin s'alzò.
Muto, ricinse il manto;
La salutò nel pianto,
E al suo cammin tornò.
La man di Dio ci sépara;
Ognun di noi rovina,
Spinto da proprio turbine,
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Idea Dio
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