Bevve all'amaro caliceDi chi bandisce il vero;
Come il divin di Nazaret,(46)
Fu dai potenti oppressa,
Fu crocifissa anch'essa;
Ma è dal sepolcro uscitaIl terzo giorno, splendida,
Bella di nuova vita;
E sui corrosi cardiniIl Tempio vacillò;
Perchè si squarcia il velo,
E nel suo tempio, in cielo,
L'uomo il Signor guardò.
Ove del mondo i Cesari
Ebbero un dí l'impero,
E i sacerdoti tenneroSchiavo l'uman pensiero,
Ove è sepolto Spartaco,
E maledetto Dante,
Ondeggerà fiammanteL'insegna dell'amore;
Dimenticate i popoliL'ire d'un dí che muore,
Sarà la terra agli uominiCome una gran città:
Libera, grande, unita,
Vivrà una nuova vitaLa stanca umanità.
Città delle memorie,
Città della speranza,(47)
Le cento suore Italiche
Chiama, e a pugnar ti avanza.
Sotto il tuo segno il Teutono(48)
Fia che combatta anch'esso;
Gravalo il giogo istesso.
Strinse fratelli insiemeSlavi, Alemanni ed Itali
Un duolo ed una speme:
Hanno un sol campo i popoli,
Ed un sol campo i re.
Osa, combatti, e spera,
Fida alla tua bandiera,
E sarà Dio con te.
UN'IDEA(49)
I.
Dimmi, chi sei, tu che il mio cor, cui mutoD'ogni cosa terrena è il riso, ancora
Consoli e affranchi? Te nel mesto lumeVagheggiai della sera, e del mattino
Te vagheggiai nel biancheggiar. Pei cieli,
Quando riposa la natura, e i prischiVati, rapiti, l'armonia degli astri
Sentir credeansi lusingar l'orecchio,
Io cercai la tua voce, e avidamenteL'estreme note delibar talvolta
All'anima ne parve; o fosse il suonoDella voce di Dio, che primamente
Generò l'universo, ed in eternoEcheggiante nei secoli la vita
| |
Nazaret Tempio Cesari Spartaco Dante Italiche Teutono Alemanni Itali Dio Dio
|