Alla redenta proleQuel giorno sorgerà.
Sorgerà, ma sui liberiDi unanime pensiero,
Quando sarà dei popoliIl solo inno guerriero
Dio, patria, umanità(67).
LA BUONA NOVELLA(68)
Cecidit, cecidit Babylon magna. . . . . . . . . . .
quia mercatores erant principes terrae. . . Quiaveneficiis tuis erraverunt omnes gentes. . . . . .
Et in ea sanguis prophetarum et sanctorum inventusest, et omnium qui interfecti sunt in terra.
APOCAL. XVIII.
FRA gli oppressi, i dispersi fratelliSi diffuse una grande novella
Non guardate piangendo gli avelli,
Non è ver che sia morta la bella(69);
Solamente un gran sonno dormía;
La toccò di sua mano il Messia,
E la bella dal letto balzò.
Da mill'anni coperta, calpesta,
Vivea ancora la fiamma di Vesta,
E in incendio repente s'alzò.
E la guida di mistica luceChe Israello nel santo viaggio
Dall' Egitto a Sionne conduce:
Ed Egitto è ogni suol di servaggio;
Israello son tutte le genti;
E Sionne, pei nuovi credenti,
Unità, libertà, umanità.
Già s'innalza sui vanni mutatiLa grand'aquila madre dei fati;
È da lei che la luce verrà.
S'han divisa i tiranni la terra,
E le genti gemevano schiave:
Ma gli schiavi levaronsi a guerra;
E quai nauti che veggon la naveChe è sdruscita, e non vale ristoro,
E si guardan tacendo fra loro,
E crescente flagellali il mar,
S'agitâr sovra i troni i tiranni,
Gli han sentiti corrosi dagli anni,
E tremando fra lor si guatâr.
Chi all'antiche mannaie si strinse,
Come belva piagata al coviglio;
Chi, a tradir, popolare s' infinse,
E il leon si fe' serpe al periglioMa la scure è sepolta fra i morti;
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