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      La santa Idea novellaOr nel presente incarnasi....
      FRATELLI D'ITALIA!
     
      INNO(72)
     
      Fratelli d'Italia,
      L'Italia s'è desta;
      Dell'elmo di Scipio
      S'è cinta la testa.
      Dov'è la Vittoria?
      Le porga la chioma;
      Che schiava di Roma
      Iddio la creò.
      Stringiamci a coorteSiam pronti alla morte;
      Italia chiamò.
     
      Noi siamo da secoliCalpesti, derisi,
      Perché non siam popolo,
      Perché siam divisi.
      Raccolgaci un'unicaBandiera, una speme;
      Di fonderci insiemeGià l'ora suonò.
      Stringiamci a coorte!
      Siam pronti alla morte;
      Italia chiamò.
     
      Uniamoci, amiamoci;
      L'unione e l'amoreRivelano ai popoli
      Le vie del Signore.
      Giuriamo far liberoIl suolo natio:
      Uniti, per Dio,
      Chi vincer ci può?
      Stringiamci a coorte!
      Siam pronti alla morte;
      Italia chiamò.
     
      Dall'Alpe a Sicilia,
      Ovunque è Legnano;
      Ogn'uom di Ferruccio
      Ha il core e la mano;
      I bimbi d'Italia
      Si chiaman Balilla;
      Il suon d'ogni squillaI Vespri suonò.
      Stringiamci a coorte!
      Siam pronti alla morte;
      Italia chiamò.
     
      Son giunchi che pieganoLe spade vendute;
      Già l'Aquila d'Austria
      Le penne ha perdute.
      Il sangue d'Italia
      E il sangue Polacco
      Bevè col Cosacco,
      Ma il cor le bruciò.
      Stringiamci a coorte!
      Siam pronti alla morte;
      Italia chiamò.
     
     
     
      DIO E IL POPOLO
     
      PER LA FESTA DEL 10 DICEMBRE 1847, IN GENOVA(73)
     
      COME narran sugli Apostoli,
      Forse in fiamma sulla testaDio discese dell'Italia.
      Forse è ciò; ma anch'è una festa.
      Nelle feste che fa il popolo,
      Egli accende monti e piani;
      Come bocche di vulcaniEgli accende le città.
      Poi, se il popolo si desta,
      Dio combatte alla sua testa,
      La sua folgore gli dà.
     
      Uno scherzo ora fa il popolo;
      A una festa ei si convita.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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