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      Ma se è 'l popolo che è l'ospite,
      Guai a lui ch'ei non invitaGrande è sempre quel ch'egli opera;
      Or saluta una memoria,
      Ma prepara una vittoria;
      E vi dico in verità,
      Che se il popolo si desta,
      Dio combatte alla sua testa,
      La sua folgore gli dà.
     
      Nol credete? ecco la storia:
      All'incirca son cent'anni(74)
      Che scendevano su Genova,
      L'arme in spalla, gli Alemanni.
      Quei che contano gli esercitiDisser: "l'Austria è troppo forte",
      Ed aprirono le porte.
      Questa vil genía non saChe, se il popolo si desta,
      Dio combatte alla sua testa,
      La sua folgore gli dà.
     
      Un fanciullo gittò un ciottoloParve un ciottolo incantato,
      Ché le case vomitaronoSassi e fiamme da ogni lato.
      Perché quando sorge il popolo,
      Sovra i ceppi e i re distrutti,
      Come il vento sovra i fluttiPasseggiare Iddio lo fa.
      Quando il popolo si desta,
      Dio combatte alla sua testa,
      La sua folgore gli dà.
     
      Quei che contano gli esercitiVi son oggi, come allora:
      Se crediamo alle lor ciancie,
      Aprirem le porte ancora.
      Confidiamo in Dio, nel popolo;
      I satelliti dei fortiNon si contano che morti.
      E vi dico in verità,
      Che se il popolo si desta,
      Dio combatte alla sua testa,
      La sua folgore gli dà.
      VIVA ITALIA! ERA IN SETTE PARTITA
     
      INNO(75)
     
      Viva Italia! Era in sette partita;
      Le sue membra divulse, cruente,
      Come sabbia calcava la gente:
      Ma il Signor l'ha chiamata alla vita,
      E tremenda ad un tratto s'alzò.
      O fratelli, è la grande giornata:
      O fratelli, alla santa crociataChe l'Italia dall'Etna gridò!
      Mano all'armi; è vittoria, la guerra:
      Per combattere contro al tiranno,
      Tutto pugna nell'Itala terra;


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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