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      Chiama al suo posto, all'anima tremendoBalenommi un pensier; io la dovea
      Abbandonare quella notte istessa,
      Forse per sempre.
      E poi, che ne divenne?
      Che saperne poss'io? Chiedi all'augelloChe addivenne dell'arbore, su cui
      Posò una notte, o al peregrin d'un fioreChe calcò nel suo corso. Eppur talvolta,
      Quando, tornando alla mia tenda, io guardoIl sol cadente, io penso a lei.
      Ma tecoPerchè non trarla?
      Povera fanciullaNon era nata a correr la mia via.
      ELLA INFRANSE LE SETTE RITORTE
     
      INNO(79).
     
      ELLA infranse le sette ritorte,
      Si levò dal suo letto di morteOve il sonno dell'onta dormí,
      E il fatal Campidoglio salí.
      Viva l'Italia!
     
      Le copriva le forme primiereUn lenzuolo di sette bandiere;
      Ma il funereo lenzuolo squarciò,
      E una sola bandiera levò.
      Viva l'Italia!
     
      Oh, sentite la ròcca Romana
      Echeggiare all'antica campana!
      L'agonia dei tiranni sonò,
      Ed il soglio dei preti crollò.
      Viva l'Italia!
     
      Quello è il suon che saluta il gran patto,
      Quello è il pegno del nostro riscatto.
      D'una gloria Romana il SignorBenedice il gran patto d'amor.
      Viva l'Italia!
     
      Lo straniero dicea: chi son quelliChe si vanno gridando fratelli?
      Molti schiavi, ed un papa, e sei re;
      Ma l'Italia, l'Italia dov'è?
      Viva l'Italia!
     
      I dispersi una gente han formata,
      Una schiera a battaglia parataColla manca la man si serrâr,
      Colla destra la spada impugnar.
      Viva l'Italia!
     
      Lo stranier che dispersi ne ha vinti,
      Che divisi di ceppi ne ha cinti,
      Tremi omai, che una schiera formar,
      Quanti son dall'Eridano al mar.
      Viva l'Italia!
     
      Lo stranier che degli Itali ai danniCongiurava coi loro tiranni,


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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