Or muori, o vile, nell'abisso piombaMorrai, come si muor, quando s'espia
Un delitto; morrai solo, e deserto.
(apre la veste, e lascia veder la livrea che aveva nel primo Atto)
Porta la tua livrea teco alla tomba!
Ma, Dio mio, se quel demone venisseA veder la sua vittima spirante!...
(attraversa un tavoliere innanzi alla porta secreta)
Per questa porta egli non entri, almeno!
(pensa un momento)
Sí, il mio paggio trovò Don Guritano
Non era ancora ott'ore del mattino.
In quanto a me, la mia sentenza è fissa:
Vo preparando il mio supplizio io stesso,
Colle mie man sulla mia testa il drappoFunebre della morte io tiro, e questa
Unica gioia mi riman, che niunoHa piú potenza sul mio fato, almeno.
(sedendosi sulla sedia)
E nondimeno ella mi amava.... O Dio,
Tu mi soccorri! In questa idea vaneggiaIl mio pensiero.
(piange)
Oh, gli uomini poteanoLasciarci in pace
(nasconde la testa fra le mani; piange)
Dio!.....
(rilevando la testa, e guardando il nappo)
Chi mel vendevaMi domandava: "Oggi qual giorno abbiamo
Del mese?". L'uomo è un animal ben triste!
Cadi? Il fratello ti calpesta e passa.
Ella m'amava... Ah, qui il dolor mi vince;
E del passato un solo giorno, un'oraNon si può rivocar. E la sua mano
Che stringea la mia mano!... e la sua boccaChe toccò le mie labbra!.. Io mi credea
Un Cherubino reclinar la fronte...
HUGO, Ruy Blas.
IX.
DA SENECA(92).
IPPOLITO.
Fedra, Nutrice.
Fedra. Creta, signora degli immensi flutti,
Di cui le navi innumeri per ogniLido tennero il mare. . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .(93)
Oh, perché me, data in ostaggio a invisi
| |
Atto Dio Don Guritano Dio Cherubino Ruy Blas Nutrice
|