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      Se calunnia, un pugnal per lo straniero.SCENA II.
     
      PAOLO, in vesta ducale, ecc. VESCOVO.
     
      VESCOVO.
      (ponendo la corona sulla testa di Paolo)
      Te' la corona: Dio sopra il tuo capoSplender la faccia della luce ond'ella
      Già balenò, di gloria circonfusa,
      Di tanti grandi sopra il crine; e tuttaLa luce, che su lor mandò divisa,
      Sulla tua testa accolga. Il sacro Giulo,
      Dal Vatican, l'ira di Dio preparaSopra i tiranni e gli stranieri, e i sacri
      Folgori già ne scote. In tuo cammino,
      Ai drachi e ai serpi le superbe cresteCalpesterai co' piedi. Te' la croce.
      Usa è da lungo a sventolarsi all'auraDella vittoria : e tu rammenta, o Doge,
      Che i tuoi padri fur usi a imporporarneNel barbarico sangue il bel vermiglio,
      O nel lor proprio; ché altra tinta sdegnaQuesta bandiera.
      PAOLO.
      (incoronato, togliendo la croce)
      In questa ora solenne,
      In cui la patria il suo vessil mi affida,
      La sua gloria e sé stessa, io giuro innanziAlla faccia di Dio, sulla sua croce,
      (pone la mano sulla bandiera)
      Per questo brando che mi freme al fianco,
      Terror dei Franchi, spargere per essaTutto il mio sangue, né riporre il brando
      Fin che gloriosa e libera ritorniAi giorni di Meloria e d'Almería.
      Ma se non pago Iddio d'opprimer questaMisera terra, la vuol serva ancora,
      Se il brando Iddio mi spezzerà tra mani,
      Sino all'ultimo passo il mio cammino,
      Il mio cammino seguir giuro; e guidiAl patibolo pur, ch'anco sul palco,
      Se Dio lo vuol, per la mia patria il sangue,
      Per la mia patria il verserò, ché il sangueDegli oppressi, dei prodi, è l'elemento
      Onde s'informa il fulmine che a terra


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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