AttendiLa morte? Né ti valse esser fuggito,
Aver deserto il campo? Anche i Francesi
Odiano i traditor? Già, tra rivaliNon vi puote esser pace.
PANSA.
Paolo, ascolta!
La tua rampogna il cor mi ferirebbe,
Se piú loco trovasse alle ferite.
Ma pria il dolor, l'amor, poscia il rimorsoCon sordo dente l'han squarciato e rôso.
In quest'ora suprema, in cui la vitaNon è piú che memoria, e la riguardi
Come una via già scorsa, in cui desíoPiú non t'illude, né timor, mi credi,
Mi fece un traditor, mi fece un tristoPiú la sventura che la colpa. O Paolo,
O Paolo, non sprezzar l'unico pegnoDel mio rimorso che dar io ti possa.
(Coglie il pugnale, e glielo dà).
Tu che lo puoi, muori da prode.
PAOLO.
Il giornoChe la patria posommi in fronte un serto
Che non seppe difendere, ho giuratoDi non ristar nel mio cammin; guidasse
Al patibolo pur. Ed in quel giornoTroppi vi furo di spergiuri, troppi,
Senza ch' io mi v'aggiunga.SCENA V.
UN CARCERIERE, e detti.
CARCERIERE.
È giunta or ora,
Per vedervi, una donna.
PAOLO.
A me una donna?
E chi è costei?
CARCERIERE.
Non so.
PAOLO.
Non è vietatoAd ognun di vedermi?
CARCERIERE.
Ella ha un permessoDel marchese di..........
PAOLO.
Ah, lo comprendo.
Ei credea che la vista della donnaChe m'ha tradito mi riescisse, in queste
Ore, siccome il riso d'un'Erinni.
E non intese che per me Teresa
Ormai non è piú ch'un dei mille vermiBrulicanti a' miei piedi. Venga.
(Il Carceriere parte.)SCENA VI.
TERESA, Detti.
PANSA.
(fra sé) Essa!... Ho peccato!... Ma, Dio mio, tu aggraviTroppo la man sulla mia testa.
TERESA.
Paolo!
| |
Francesi Paolo Paolo Coglie Erinni Teresa Il Carceriere Detti Dio
|