PAOLO.
Chi mi noma? Chi sei?
TERESA.
Teresa.
PAOLO.
È un nomeChe non m'è nuovo. Questo nome diedi
Ne' miei delirii ad una fra le tanteLarve svanite; lo rammento.
TERESA.
Paolo!
Non far pesar sulla mia testa tuttoDell'onta mia e del tuo sdegno il pondo.
Troppo debil son io; nol sosterrei.
Non imprecare a lei che amasti un giornoE or dalla colpa a te levare ardisce,
Purificata nel dolor, lo sguardo.
L'ultima volta la tua man distendiSulla mia fronte, e benedici a questo
Tenero fiore che travolse il turbo:
Mi benedici, e crederò che Dio
M'abbia rimessi i miei peccati(116).
PAOLO.
(stende la mano sulla testa di Teresa inginocchiata).
PANSA.(117)
(fra sé)
DunqueDio mi persegue? ho da morir dannato?
PAOLO.
Io ti perdono, ed or che la sventuraSpeme e desío m'inaridì nel core,
Per te ho una prece sulle labbra ancora,
Per te ancor levo la mia voce a Dio.
Sparga ei d'incanto la tua vita, comeTu la mia prima giovinezza, e come,
Se l'alma mia d'ogni sentir la possaEsausta non avesse, anco in quest'ora
Suprema di dolor, tu doreresti.
E dell'amor ch'io ti portai, ti legoPegno il tesor che solo ora mi resta;
L'odio a' stranieri.
(Le porge lo stile. Si sente aprir la porta;
Paolo fa segno a Teresa di nasconderlo. Ellalo nasconde in seno).
Mi comprendi?SCENA VII
CARCERIERI, SGHERRI, e Detti
CARCERIERE.
È l'ora.
PAOLO.
Vengo.
PANSA.
(accostandosi a Teresa) Su te pesan, Teresa, i mieiPeccati. E sono molti, e molto grandi.
(Cade il sipario; cambia scena)(118).
PAOLO DA NOVI(119)
ATTO SECONDO.
La scena è sulla piazza di San Lorenzo.
SCENA I.
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Dio Teresa Dio Teresa Detti Teresa Teresa Cade San Lorenzo
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