POPOLO, il VESCOVO, PAOLO, i TRIBUNI, SOLDATI.
VESCOVO.
(ponendo la corona sovra la testa di Paolo)
Te' la corona. Dio sovra il tuo capoLa benedica, e la ritorni quale
Già balenò di gloria circonfusaDi tanti grandi sulla fronte, e tutta
La luce, che fra lor mandò divisa,
Sulla tua testa accolga. Il sacro Giulo
Dal Vatican l'ira di Dio preparaSopra tiranni e barbari, e i tremendi
Fòlgori già ne scuote. Co' tuoi piediAi drachi e ai serpi le superbe creste
Calpesterai nel fango.
(porgendogli la bandiera)
Te' la Croce.
Usa è da lungo sventolarsi all'auraDella vittoria: e tu rammenta, o Doge,
Che i tuoi padri fur usi a imporporarneNel barbarico sangue il bel vermiglio,
O nel lor proprio: ch'altra tinta sdegnaLa nostra Croce.
PAOLO.
(incoronato, togliendo la bandiera)
In questa ora solenneIn cui la patria il suo vessil mi affida,
La sua gloria, e sé stessa, io giuro innanziAlla faccia di Dio, sulla sua croce,
L'ultima stilla spargere per essa,
Se fia mestier, del sangue mio; nè primaRiporne il brando, che ritorni ai tempi
D'Alméria e di Meloria. E se pur pagoNon è l'Eterno ancor di opprimer questa
Misera terra, e la vuol serva ancora,
Se il brando Iddio mi spezzerà tra mani,
Sino all'ultimo passo il mio camminoIo seguir giuro, né arrestarmi in faccia
Al patibolo pur; anco sul palco,
Se in altro modo io nol potrò, la vitaAlla mia patria consacrar, ché il sangue
Degli oppressi e dei prodi è l'elementoOnde s'informa il fulmine, che a terra
Volge i tiranni. Ma fatal presagioNon offuschi il seren di questo giorno.
O Genovesi, il dì solenne è giunto.
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