Fatal sorte guidollo a questi lidi?
Oh, perché allor che primamente il vidi,
Questo Gaston, cedere a sue lusinghe?
Oh, perché allor non affogarmi il coreNell'amore d'un grande? Perché Dio
L'animo invitto e la fermezza diedeProprio retaggio all'uomo, ed alla donna
Tenero cuore, e vaga indole? L'uomo,
La quercia immota al flagellar dei venti;
Noi siam la rosa, che ad ogni aura piega,
E i molli effluvii, e sé medesma affida.
Gaston, purtroppo, io lo conosco un vile,
E n'ho dolor, ma l'amo ancora!SCENA II.
GASTONE e Detta.
TERESA.
AlfineGiungi, o Gastone! In tutto il giorno ancora
Non ci siam visti (guarda all'oriuolo) ed è già l'ora quarta;
E dal mattino all'ora quarta è lungo,
Per il disío, e per l'amore il tempo.
GASTONE.
Escii prima dell'alba; avea un convegno....
TERESA.
Per affari di Stato?
GASTONE.
Sí. All'incontroDel nostro Sire poscia andai. Teresa,
Tu non vi fosti... Giuro a Dio che un belloSpettacolo perdesti. Lunga fila
Di donzelle vestite in bianchi veliE con in mano ramoscêi d'ulivo,
Accolse il vincitor presso alle porte.
Cinto dai primi cavalier di Francia
E d'Italia, arrivò re Luigi: in segnoDi sua giusta vendetta avea tra mani
Nudo lo stocco; ma placato alfineDall'umile pregar del popolo tutto,
Nella guaína lo ripose, e al Duomo
Andò, per render grazie a Dio, che aveaSterminati i ribelli.
TERESA.
Oh, io non amoSimili feste.
GASTONE.
Ebben, stasera un'altraPiú gradita ne avrai. Splendida danza
Nel suo palagio Luigi Fieschi al Sire
Prepara.
TERESA.
Oh, io non amo, ti ripeto,
Simili feste.
GASTONE.
Oh, vi verrai, lo spero:
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