.. un vile.SCENA II.
DUE CARCERIERI.
I CARC.
Le inferriate son buone.
II CARC.
Affediddio?
Sfido a forzarle chicchessia; l'aiutiL'angelo pur, che liberò san Pietro.
I CARC.
Ma dimmi; il sai, come fu preso il Doge,?
II CARC.
Il capitano della nave in cuiFuggiva a Roma, l'ha venduto al prezzo
D'ottocento ducati.
I CARC.
Guarda un pocoCos'è la sorte! Un mercator di seta
Ottocento ducati a valer venne.
Sua Maestà Cristianissima stimavaMolto il piacere d'impiccarlo.
II CARC.
Ei giunge.
(Paolo entra fra sgherri. Gli altri si ritirano.
Da un lato vi sarà un crocifisso).SCENA III.
PAOLO solo.
PAOLO.
(volgendosi al crocifisso)
Cristo, tu pur da chi chiamavi a vitaFosti tradito, abbandonato, a prezzo
Venduto, e sul patibolo la grandeAlma spirasti. Ma la tua parola,
Benché nudrita col dolor, col sangue,
Tu sapevi nei secoli feconda:
Tu non provasti nel supremo istanteD'ogni piú cara fede esser deluso.
Pur dell'amaro calice torcestiTremante il labbro, al Genitor gridando:
Se puoi, fa ch'io nol beva
. E a tanta guerra,
Che a te, Dio, parve troppa, io bastar debbo,
Fragile figlio della terra!... Vedi?
Un mondo, in cui d'ogni piú cara ideaVagheggiava la speme, or m'è svanito
D'innanzi; e s' io pur col pensier ritornoCome a un asilo in lui, crudel n'é il riso,
Qual d'una amata infida. Io son l'infermoChe sognava vagar di primavera,
In un campo di fiori, e si risvegliaSovra il letto di morte. Io strinsi al seno
Una diletta, e m'ha tradito. Io dissiAlla mia patria: "Vieni, sul cammino
Della gloria t'avvio; l'ultima stillaPer te del sangue io verserò; sul fronte
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Pietro Doge Roma Maestà Cristianissima Paolo Genitor Dio
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