Ti porrò un serto glorïoso tantoChe al suo splendor scolorirà l'antico
Serto di Roma", e m'ha tradito anch'essa.
Essa pur mi tradí!... Dio santo, è troppo.
O ingannevoli, ma dorate larveDella mia giovinezza, anco un istante
Sorridete al morente! Oh, ch'io non muoiaDisperato! che l'ultima parola
Non imprechi all'Eterno.
(momento di silenzio)
Eppur, è vero;
Le mie speranze giovanili, i giorniDi mia vita, trascorsi affaticati
Vagheggiando un'Idea, ch'io credea grande,
Non fûr che un lungo vaneggiar! AlloraChe incontrai prima le Francesi squadre,
Oh, perché un ferro non trovai, che il coreMi trafiggesse? Ne trafisser tanti!...
Alla morte vicina avrei sorrisoCome a una cara; avrei meco la speme
Portata allor, che questa patria mia,
Che m'ha tradito, e ch'amo ancora, un giorno,
Per me libera, avría sparso il mio avello,
Frutto del sangue mio, colle sue palme;
Che una diletta, un'adorata, avríaConfortato di pianto il cener mio....
Sogni! sogni! Ed ancora a Paolo lice...
Lice a Paolo sognar? Proprio elemento,
L'Eterno ai figli della luce il cieloDiede, ed ai figli della terra il fango.
Nati dal fango, noi dobbiam nel fangoVivere, trascinarci, ed affogarvi.
Troppo tardi il compresi.
(Corso(120) che in questo tempo sarà rimasto seduto,
colla testa fra le mani, si leva repiente, comepercosso da un pensiero, e s'avviene in Paolo).SCENA IV.
CORSO e PAOLO.
CORSO.
(raccapricciando) Dio! quai formeL'agitato pensier mi pinge innanzi!...
Paolo da Novi! Ma io lo veggo... È dunqueL'anima sua, che viene a rinfacciarmi
Ch'io sono un vil.
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