.. che lo tradii... Ma ioLo so, lo so, che lo tradii: che vale
Ritentar crudelmente la mia piaga?
Piú aspreggiami un pensier, che pur nei sacriMomenti della morte mi persegue,
Come un nemico che ti schiaccia, e ride.
PAOLO.
(lo guarda, e sorride)
Come? tu pur sei qui? Tu meco attendiLa morte? Né ti valse esser fuggito,
Aver deserto il campo? Anche i Francesi
Odiano i traditor? Già, tra rivaliNon vi puote esser pace.
CORSO.
È vero, adunque,
Tu sei desso, a cui parlo? e fu fallaceDi tua morte la nuova? Meco stesso
Io stupiva, la sorte esser sí piaChe di tua vita ella arrestasse il corso.
Quando nei campi del dolor correa,
Muore il felice: al misero l'Eterno
Pietosamente la sua vita allunga,
Sin che la coppa dell'angoscia ei vuotiFino all'ultima goccia.
PAOLO.
Certo, amaraM'era quest'ora inconsolata, e solo
Vi mancava il rossor d'averti a fianco.
CORSO.
La tua parola il cor mi ferirebbe,
Se piú loco trovasse alle ferite.
Ma pria il dolor, l'amor, poscia il rimorsoCon sordo dente l'han squarciato, e roso.
Io quest'ora solenne, in cui la vitaNon è piú che memoria, e la riguardi
Come una via già scorsa, in cui timorePiú non illude, né desio, mi credi;
Sovra il mio nome peserà la colpa,
Ma sull'anima mia forse non pesaChe la sventura e il fato. Ah, tu provasti
Qual prepotente fremito nel coreMi suscitasse la tua faccia, il suono
Della tua voce, il sol tuo nome... Anche oraL'anima mia, d'innanzi a te prostrato
Pur dall'infamia e vinto, raccapriccia.
Tu pur nascesti in questa terra; il Sole
D'Italia a te scaldò le vene, e sai
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Francesi Eterno Sole Italia
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