Lucam, C. XI, v. 52.
Et omnis qui dicit verbum in filium hominis, remittetur; ille qui autem in Spiritum Sancturn blasphemaverit, non remittetur
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ID. C. XII, v. 10.
(Segue, nelle ultime pagine di questo quaderno, il primo abbozzo dell'inno AI FRATELLI BANDIERA; d'un inchiostro fino alla metà della strofa "Stolti, o venduti", di un altro in tutto il rimanente, e dovendo oltrepassare con l'ultima strofa altri appunti anteriori, del primo inchiostro, questi, è certamente dello scorcio del 1845, che qui si trascrivono nell'ordine loro):
Anco un sospiro, o poveriGiorni de' miei verd'anni
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Ah, ch'io mi volga anco una volta a voi,
Pria di lasciarvi eternamente, o careLarve dorate dell'età mia verde.
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Guai sovra te, che barbaro solleviIl vel che gli occhi mi copria benigno.
Sí, il giorno apparirà, fra i nem
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La profanata immagine del Dio
Alza nel pianto la pupilla al padreUn'altra volta.
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(E qui, dopo l'ultima strofa dell'inno AI FRATELLI BANDIERA, si leggono due sonetti, uno ALL'ITALIA, l'altro senza titolo. Sono fermati B. B.; ma la mano di scritto è quella di Goffredo. Forse del primo non era contento il Poeta, per esserne riuscita troppo impacciata la forma; né del secondo, per la chiusa disperata, non punto conforme ai propositi suoi. Comunque sia di ciò, riferiamo anche i sonetti, non arbitrandoci a collocarli altrove, ed anche pensando che alle iniziali B. B. potrebbe corrispondere il nome di Bartolomeo Boccardi, compagno di scuola a Goffredo, anch'egli venuto poscia in buona fama come gentile poeta, ma dalle circostanze della vita condotto ad altra ragione di "numeri". Laureatosi in legge, entrò di fatti nella amministrazione della Banca Nazionale.
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