15. Quanto alle leggi Canoniche, non entrerò nel loro merito, per esser questione intricata ed estesa cosí, da non potersene parlare a modo d'incidente; ma certo non ponno citarsi come applicate pacificamente, perocché il loro sviluppo costò sangue, quanto e forse piú d'ogn'altra istituzione. E queste mie parole potrei documentare con molte dolorose ricordanze.
16. Dissento anche da lui quanto alle lodi ch'egli tributa, non alle Crociate, ma ai Crociati; perocché i vantaggi che ne risultarono all'Europa, l'incremento dei Comuni e la gentilezza delle arti Greche introdotte in Italia, e da lei in Europa, tutt'altro ch'essere loro scopo! Non vi pensavano neanche. E lo scopo che essi si proponevano, quand'anche fosse stato ragionevole, non l'ottennero; giacché delle Crociate che partirono per la conquista. . . . . ., parte piombando. . . . . . . . . parte sovra Europei. . . . . . . . . . . piuttosto come masnade di assassini, che come guerrieri, non conquistarono nulla, o presso che nulla. Una sola riesci a quel . . . . . to simulacro di regno, che decrepito fin dalla culla morí dopo pochi anni, lasciando una memoria, la quale, tutt'altro che meritare ammirazione, parmi abbia difficilmente diritto alla pietà.
17. Di Ezio e di Belisario non parlo, perché questa quistione è cosí simile con quella dei primi Pontefici governanti, che il trattarle ambedue in un lavoro che le tocca cosí sommariamente, sarebbe lo stesso che una inutile ripetizione. Però non mi resta che a dire alcune poche parole sui tre Papi Gregorii.
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